Una ricerca italiana pone le basi per nuovi studi su invecchiamento e malattie ad esso correlate incluse Diabete, arteriosclerosi e tumori.

E’ stato ormai dimostrato che la lunghezza dei telomeri (strutture del DNA che hanno il compito di proteggere i cromosomi, quindi il nostro DNA, dai danni esterni e dal deterioramento)  è correlata con l’invecchiamento della cellula e di conseguenza dell’intero organismo; più la cellula è “vecchia”, più il telomero risulta corto. Tutti nasciamo con telomeri della stessa lunghezza, che tuttavia con il passare del tempo finiscono per accorciarsi. Questo avviene essenzialmente a causa dell’attività della telomerasi, l’enzima che ripara e restaura i telomeri. Tuttavia, questo accorciamento può essere anche dovuto a danni ambientali, al fumo o alla chemioterapia.

Il trapianto di cellule staminali emopoietiche, capaci cioè di rigenerare gli elementi che compongono il sangue, è oggi una terapia salvavita per la cura di numerose malattie del sangue, anche gravi. Trovare un donatore di midollo compatibile però non è semplice e gli scienziati sono da tempo alla ricerca di alternative efficaci. Una di esse è rappresentata proprio dalle cellule staminali presenti nel sangue del cordone ombelicale, poiché si tratta di cellule molto giovani, con telomeri lunghi e mai esposti ai danni ambientali. Sono simili alle cellule del midollo e sono in grado di dare origine a svariati tipi cellulari, con un minor rischio di rigetto. Uno studio del GITMO (Gruppo Italiano Trapianto Midollo Osseo), ha mostrato che questo tipo di trapianto permette di ringiovanire le cellule del sangue. In particolare, chi riceve un trapianto da cordone ombelicale presenta telomeri delle cellule del sangue più lunghi rispetto alle persone sane che invecchiano normalmente. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Biology of Blood and Marrow Transplantation. Dallo studio è emersa anche una differenza di genere molto interessante: dopo il trapianto, il telomero si conserva più a lungo nelle donne. Secondo gli autori della ricerca, l’attività degli estrogeni nelle donne è responsabile di questo vantaggio femminile poiché gli estrogeni possono agire sulla telomerasi.

https://www.bbmt.org/article/S1083-8791(19)30210-1/fulltext